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Lettori e scrittori un dialogo mai del tutto concluso

Quel giorno De Witt Henry III, un giovanotto molto alto, e Saffron, una ragazza slanciata dai capelli rossi, dovevano fare un giro in Vespa alla maniera di Gregory Peck e Audrey Hepburn: un diluvio non previsto blocca i due all'interno della Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma.

I progetti vengono spesso disattesi, qualunque ne sia la causa. Seduti a un tavolino sorseggiando, lui un’acqua naturale a temperatura ambiente e lei un centrifugato hanno idee e atteggiamenti differenti su come trascorrere il tempo necessario a che l’acquazzone smetta. La donna è una sportiva: è in tuta e vorrebbe correre nel parco, l’uomo anch'esso in tuta ma non vorrebbe correre, preferisce il giro in Vespa. Si conoscono e si rincorrono, i loro percorsi seguono strade diverse: a volte s’incontrano, più spesso sono separati. Saffron è irrequieta, si alza spesso, si guarda intorno, parla con il barista, ordina un cappuccino, torna a sedersi, guarda fuori dalla finestra: si arrende e entra nella storia di lettori e scrittori che De Witt III ha cominciato a raccontare.

Un epistolario tra una lettrice e il suo autore preferito. Uno scrittore vivente che pubblica genera in alcuni lettori la voglia di scrivere, di commentare, di pretendere che i personaggi agiscano in altro modo, non quello deciso dallo scrittore e lo scrittore risponde con dovizia di particolari sottolineando la ferma decisione a restare fedele alla storia che ha deciso di raccontare. È luglio 1748, lo scrittore Richardson tramite un libraio suo amico riceve alcune lettere una di queste firmata Belfour: cognome fittizio e scrittura femminile. Un dialogo lungo nel tempo e ricco di particolari: commentare un romanzo, chiedere all'autore di cambiare ciò che non piace, parlare di altri libri, storie e scrittori e nel contempo celare la vera identità di questa lettrice tanto intraprendente nello scrivere quanto timida nel volersi palesare come lo scrittore le chiede più e più volte anche in compagnia dei rispettivi coniugi. La bellezza di questo racconto sta nella storia che queste due vite hanno creato attraverso le loro lettere.

Libri che raccontano di altri libri intrigano e creano percorsi, sentieri spesso interrotti: sono accenni di storie, incroci di vita di autori e personaggi, di scelte consapevoli e di fortune sfacciate. Questo genere di narrativa viaggia principalmente su due binari. Uno romantico, dolce, ricco di visioni serene e di lettori immersi in storie piacevoli, camini accesi, coperte, tazze di tè e bicchieri di liquidi ambrati dalle gradazioni differenti. Il secondo è più inquietante: il lettore che s’inoltra ha ben presente il pericolo della conoscenza parziale che inganna l’animo ingenuo di chi crede di avere trovato una verità assoluta non considerando che la piccola porzione trovata genera un falso risultato.

Qualunque tipologia di lettore tu sei non abbandonare il tuo viaggio, credi ciecamente nel prossimo libro come tassello importante per una mappa non ancora, e forse mai del tutto disegnata. - Skira editore  Lo scrittore inglese  Masolino d'Amico